In occasione del lancio del nuovo edificio modulare Jazz Club, AFDL è stata invitata, insieme ad altri pochi Ambassador, a partecipare a una roundtable con Jamie Berard, Senior designer del team che sviluppa questa linea di prodotto.
È stata un'occasione utile per approfondire alcuni aspetti del nuovo set LEGO e dei criteri usati nel processo di sviluppo. Vi riportiamo qui sotto lo scambio di domande e risposte questo interessante confronto.
- D. Quali aree urbane nel mondo sono stati di ispirazione per voi, sia per questo che per gli altri modulari?
- R. Chicago, New York, e in generale le grandi città sono per noi il riferimento principale perché sono luoghi dove si esprime di più la vita urbana, in questo caso la vita musicale notturna.
- D. Guardando indietro, anche ai modulari che tu stesso hai progettato, qual è stata la tua più grande sorpresa nel vedere il successo di questa linea?
- R. Forse la cosa che mi ha sorpreso di più è che i fan iniziali di questa linea sono ancora appassionati dopo 17 anni, l'idea che abbiamo creato un concept ancora vivo oggi, che può ancora essere approfondito. Ci sono ancora molte storie da raccontare, ma allo stesso tempo abbiamo creato come delle fotografie che rimangono ancora oggi, la facilità di accedere alle storie passate e di poterne costruire di nuove e un po' il fondamento del nostro lavoro, e ci sono ancora molte architetture da scoprire, nuove tecniche di costruzione ancora da esplorare, e questo ci riempie di ottimismo.
- D. Sia nel Concept iniziale che vedendo il risultato finale del Jazz Club, quand'è che ti sei sentito un po' in dubbio sulle soluzioni e quando invece ti sono sembrate semplicemente appropriate.
- R. Ho potuto assistere all'intero processo di sviluppo e mi è piaciuto molto vedere Andy (il designer del Jazz Club, ndr) quando ha iniziato ad elaborare il fronte sperimentando l'ingresso ad angolo, che ha dato un tocco di fresco all'edificio ma allo stesso tempo richiamando il passato, un'altra cosa che mi è piaciuta molto è stato assistere allo sviluppo dei vari personaggi e delle loro storie, perché giocano con le varie situazioni, interagiscono tra loro, con diversi animali, lo scoiattolo che si intrufola nell'orto, il coniglio che esce dal cappello; è come se prendessero vita e apprezzo molto questa cosa perché mi sento molto connesso e coinvolto.
- D. Alcune domande sui nuovi pezzi introdotti, ce n'è uno nero che copre il forno che sembra essere un parafango, è qualcosa arrivato da linee come Speed Champions? qualcun altro lo sta usando in qualche altro set?
- R. Non è stato disegnato appositamente per questo modulare ma lo abbiamo usato intenzionalmente, come succede spesso con i nuovi pezzi, cercando di sfruttarli il più possibile nei nuovi prodotti
- D. C'è un ombrello fuori dal locale, un pezzo che era stato introdotto con il vecchio set pizzeria, avete voluto riproporlo intenzionalmente?
- R. Sì abbiamo voluto rendere omaggio aggiungendo però una nuova colorazione.
- D. Sulla facciata è stato usato molto il nuovo plate round con jumper, qualche altro designer lo sta usando in maniera interessante in altri set?
- R. In questo momento non saprei dirlo, ma sarà un pezzo piuttosto universale e verrà sicuramente utilizzato moltissimo.
- D. Perché avete fatto una nuova stampa per la pizza e perché proprio margherita?
- R. Abbiamo chiaramente voluto dedicare una nuova stampa apposta per questa pizzeria e dopo vari confronti su quale fosse il gusto più appropriato, si è optato per il gusto più conosciuto, ma sicuramente usciranno delle nuove stampe con gusti differenti in futuro.
- D. Come scegliete il colore del baseplate? A volte sembra essere una scelta guidata solo dal fatto di avere un nuovo colore.
- R. Spesso viene scelto del colore più appropriato per quelle zone del piano terra che non sono ricoperte da tiles, in questo caso dove tutti i pavimenti sono ricoperti credo che sia semplicemente un desiderio di Andy.
- D. Ci sono delle similarità architettoniche e costruttive tra il Jazz Club e l'ufficio del Detective, come mai?
- R. Analizzando i vari modulari già usciti possiamo notare che scarseggiano le attività serali disponibili, alla fine uno può andare al cinema e poi può recarsi al Jazz Club, e forse è proprio nell'ufficio dell'investigatore, con ambienti di svago come la sala con il biliardo, che abbiamo avuto questa ispirazione. La musica viene celebrata molto nei vari edifici modulari: ci sono il negozio di musica nella piazza dell'assemblea, fuori dall'hotel ci sono i poster dello spettacolo jazz, ma probabilmente è nel set dell'investigatore dove nasce per la prima volta la necessità di avere dell'attività di intrattenimento.
- D. Avete una lista delle dei vari modulari che dovete progettare, e che linea guida seguite per lo sviluppo dei vari set?
- R. Sì, abbiamo una lista che in qualche modo seguiamo, analizziamo le attività che mancano e che potremmo aggiungere, ci sono degli intrecci di storie tra i vari modulari, dei riferimenti, però ci dobbiamo anche concentrare sull'esperienza di costruzione del singolo set e far convivere questo programma anche con le nuove tecniche i nuovi pezzi, in modo da far vivere un'esperienza sempre gratificante. Quali nuove tecniche possiamo offrire? Quali stili architettonici esplorare ancora? Quali nuovi pezzi sono usciti o stanno uscendo e come possiamo integrarli al meglio? Tutto questo è un insieme di chance e di opportunità che dobbiamo compilare insieme. Lavoriamo pensando con l'obiettivo di rendere la popolazione di questa ipotetica città una popolazione felice con delle attività divertenti e complete. Questi aspetti guidano il Designer, ma allo stesso tempo loro devono avere l'opportunità di portare le loro proposte e iniziative, di pensare ed elaborare secondo la propria esperienza, i propri desideri e la propria creatività e passione, in modo da condire il processo con un flusso dinamico di proposte e rendere il risultato sempre appetibile agli appassionati.
- D. I personaggi all'interno della storia hanno per voi dei nomi particolari? Ti faccio un esempio: nella stazione di polizia il ragazzo dei giornali si chiama Andy come il designer, in generale vi immaginate che la storia delle persone sia la storia dell'edificio?
- R. Nel detective Office ci siamo divertiti molto in questo, nel creare una storia con una certa complessità e tanti personaggi, ma abbiamo avuto una critica dai fan sul fatto che i personaggi non debbano essere troppo vincolati. Ad esempio non devi dirmi che quel personaggio passa i biscotti a quell'altro, eccetera. L'osservazione e il desiderio è che di lasciare liberi i personaggi di essere quello che vogliono, abbiamo ad esempio un personaggio che non è chiaro neanche se sia un uomo o una donna, e può di fatto essere ciò che vuole essere, quindi un nessuno è legato a un preciso e definitivo ruolo, ma posso averne diversi all'interno degli edifici e la storia può evolvere. Anche noi stiamo ancora cercando di sviluppare la strategia e avremo molto ancora da definire.
- D. Quando Andy ha iniziato a lavorare nel vostro team e gli era stato chiesto un anno fa come si aspettava fosse stato lavorare sui modulari rispose "sarà molto noioso", mentre invece adesso le cose sono cambiate, ha dichiarato essere una cosa molto appassionante.
- R. Sì è molto bello effettivamente, è molto soddisfacente lavorare sui modulari ma il vero il nostro problema sono le tempistiche. Solamente quando uno riesce a liberarsi da un progetto può iniziare a dedicarsi a un altro. Ad esempio Mike Psiaki stava lavorando sul Titanic, e ha dovuto cercare di finire prima per poter iniziarne un altro, non è detto che tu riesca a liberarti nel momento giusto per quando serve avviare un nuovo modulare. Andy per esempio lo esortato a finire in fretta, perché dopo aver disegnato il boutique hotel, che a mio avviso è fantastico, gli abbiamo detto che lo volevamo qua con noi.
- D. Per il progetto precedente Andy ci aveva mostrato i vari modelli realizzati durante tutto il processo di design, avete fatto una cosa simile anche qua? Perché per le persone è molto interessante vedere i vari passaggi di questa creazione.
- R. Sì è molto interessante tenere i modelli per capire l'intero processo di sviluppo, e soprattutto quanto si sia evoluto l'edificio Durante la progettazione, dal Concept al risultato finale. Devo verificare se ha tenuto i modelli anche per questo progetto, perché effettivamente qua potreste vedere una grossissima differenza rispetto l'inizio. Dapprima sembrava quasi più un edificio su una strada di shopping, e anche gli interni hanno avuto grossi cambiamenti, ci sono stati dei momenti dove all'interno c'era veramente tanta roba e ci siamo chiesti se non ci fossimo scostati troppo dal Concept iniziale.
- D. La collezione dei modulari si è ampliata moltissimo dall'inizio da quando tutto è iniziato, adesso avete una sorta di pressione nello sviluppo di questa linea? In qualche modo voi competete con le altre linee di prodotto.
- R. Personalmente sono un grande fan della competizione. Credo che questo possa portare a dei grossi miglioramenti al prodotto, alla fine l'acquirente fa una selezione ed è sempre in cerca di una cosa che lo soddisfi di più. Questo ci porta a chiederci ogni giorno che cosa posso offrire di nuovo, che cosa posso migliorare e aggiungere all'esperienza di chi monterà questo set. Anche qui all'interno abbiamo progettisti che utilizzano spesso gli stessi colori, le stesse tecniche. Questo quindi è l'unico modo per poter tirar fuori un prodotto davvero di successo. I social media poi danno un feedback davvero immediato, a volte i fan fanno delle osservazioni e tu devi reagire subito, puoi avere prodotti che funzionano e altri no ed è una buona opportunità anche per sperimentare e fare sempre meglio.
- D. Ora che i prezzi comunque stanno salendo e anche il potere d'acquisto per molti diminuisce, quale criteri mettete in campo per un nuovo modulare?
- R. Beh questa è un po' la domanda emersa fin dall'inizio: che modulare fare? Diciamo che col tempo abbiamo capito che il giusto equilibrio è la dimensione della base plate 32 x 32, sufficientemente grande per poter costruire anche una storia, per mantenere un prezzo accessibile bisogna sempre trovare il giusto compromesso anche con lo sviluppo degli interni e dei dettagli.
- D. In generale gli ultimi modulari sono stati fatti con circa 2.500 pezzi, immagino abbiate una sorta di Target?
- R. Il livello di prezzo per i modulari è molto sensibile, perché essendo una linea dove solitamente gli appassionati tendono a collezionare ciascun set dobbiamo stare molto attenti a non superare quella soglia dopo la quale il consumatore dice "Ah no, non ci posso arrivare a quel prezzo" e desiste dall'acquisto. Dobbiamo sempre assicurarci che il set sia economicamente accessibile.
- D. Ci sono stati altri generi musicali che avete preso in considerazione oltre al jazz per sviluppare questo set?
- R. Posso dire sicuramente che il successo del set Lego a ideas quartetto jazz ci ha dato la conferma che questo fosse il genere giusto. Inoltre ci ha dato l'opportunità di sviluppare nuovi personaggi con nuovi outfit e strumenti, così Andy ha posizionato il poster dello spettacolo jazz sul fianco del boutique hotel.
- D. Da italiano non ho potuto non notare il piccolo errore sulla tenda della pizzeria perché invece di essere verde bianca e rossa è stata fatta rossa bianca e verde ma a parte questo ho apprezzato molto il grosso cambiamento che avete introdotto andando a utilizzare muri ad una posizione diversa in modo da dare molto movimento alla facciata. Non avete diviso a metà il modulare ed effettivamente non c'è scritto da nessuna parte che ogni edificio debba essere 16 x 32 o 32 x 32. Una cosa sulla quale però mi sono interrogato è la scelta di avere unito in un unico locale la pizzeria con il Jazz Club, perché il rumore della pizzeria potrebbe ad esempio disturbare lo spettacolo nel locale di fianco, si poteva mettere una tenda o un separatore, come mai avete deciso così?
- R. Sì, il discorso del rumore è corretto però già nella piazza dell'assemblea o nel ufficio del Detective abbiamo situazioni simili, quindi non mi preoccuperei troppo. Riguardo alla suddivisione dei locali, ogni edificio deve essere chiuso completamente e quindi ci sarebbe stato un doppio muro e questo avrebbe ridotto di molto lo spazio. Nel Pet Shop, dove gli edifici sono separati, molte persone si sono lamentate della mancanza di spazio. Essendo un locale, non potevamo farlo troppo piccolo perché avremmo dovuto anche ridurre lo spazio del palco.
- D. Ho apprezzato molto la sartoria e La serra, perché l'intenzione di mostrare anche lavori artigianali e spazi verdi é originale.
- R. La serra é un modo per celebrare un po' lo spirito della pizzeria, il fatto di avere sempre ingredienti freschi.
- D. Sì infatti quello di avere delle piccole coltivazioni sopra gli edifici è una caratteristica comune nelle grandi città, e questo mi porta alla prossima domanda: quanto i modulari si ispirano alle città americane?
- R. Questo modulare è visibilmente orientato alle città americane, ma se guardiamo il boutique hotel, per esempio, è ispirato molto di più all'architettura europea. Forse quello che li accomuna è il fatto di essere edifici che danno su una strada; percorrendola esplori questa varietà, come se esplorassi luoghi diversi. Posizionare la pizzeria di fianco a un edificio in stile americano è perfetto, perché è talmente diffuso e gli americani la sentono quasi come una propria peculiarità. Il corner garage per esempio é più americano e il caffè Corner più europeo, ma lo stesso Jazz Club si ispira all'architettura della Louisiana, li puoi trovare quartieri francesi con architetture europee quindi questo mix funziona molto bene.
- D. Una domanda sulle minifigure, sappiamo che l'ambiente Jazz è molto legato alla cultura afroamericana e il fatto che le minifigure abbiano solamente la pelle gialla non permette di evidenziare al meglio questo aspetto, come affronta questo tema il vostro Team?
- R. Io apprezzo molto la versatilità con cui questi questa linea mette insieme in maniera armoniosa stili architettonici di tutto il mondo e personaggi di ogni genere. Quando vedo qualcosa non è detto che sia percepito allo stesso modo da altri, ad esempio nel Fire Brigate ci sono pompieri che potrebbero essere uomini come donne. Adoro il fatto che ognuno possa fare quello che desidera essere. Quello che non voglio che accada è sicuramente il fatto che un edificio o un luogo sia strettamente legato alla sua origine o ad un popolo in particolare. Il fatto di avere personaggi con la pelle gialla lascia spazio a chiunque di creare la propria storia senza escludere nessuno.
- D. Nei primi modulari c'erano diverse scritte fatte con tecniche costruttive mentre invece in quelli più recenti vengono utilizzati sempre di più dei tiles stampati.
- R. Sì è vero, le stampe danno sicuramente più opportunità e sono pezzi che poi i fan possono riutilizzare in altri modi, probabilmente non c'è neanche più così tanto da esplorare in termini di tecniche costruttive per il lettering e c'è sempre il limite di non poter fare scritte troppo lunghe, pertanto i nomi si riducono a poche lettere, inoltre apprezzo forse di più le insegne Visual che scritte.
- D. Come giudice di Lego Master ti capita mai di vedere qualche creazione di qualche concorrente che ti affascina molto e ti vien da pensare di utilizzarlo da qualche parte?
- R. Ogni evento di appassionati o competizioni sono sempre delle occasioni piene di tanta creatività ma in un certo senso a volte danno un senso di tristezza perché ti rendi conto che c'è gente che fa delle cose molto meglio di te.